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ALLA RICERCA DEL TEMPO PRESENTE

Ottobre 26, 2024 Posted by LA NOTTE DEI FILOSOFI, Eventi, notizie 0 thoughts on “ALLA RICERCA DEL TEMPO PRESENTE”

LA NOTTE DEI FILOSOFI 2024

PROGRAMMA

Sarà una notte speciale, alla ricerca del tempo presente. Lo stiamo perdendo. Il tempo si perde quando manca la gioia di viverlo, quando c’è la guerra, la sofferenza, quando una comunità perde i legami sociali e non si ha più tempo, si corre da una parte e dall’altra senza sosta e fine. Andare alla ricerca del tempo presente e ritrovare il desiderio. Viene sempre dall’altro il desiderio, non accogliere il divenire sottrae al presente la gioia di viverlo.

La partecipazione alla Notte dei Filosofi è libera. Ognuno è invitato a portare il proprio tempo, a riflettere e a condividere. In presenza, sarà possibile lasciare su un foglio una “parola”, una “domanda rivolta a se stesso/a” e una “frase che ci rappresenta”. Queste riflessioni saranno raccolte e condivise con gli altri partecipanti, creando un momento di condivisione e di confronto.

La notte dei filosofi comincia già mercoledì 30 ottobre alle 09:00 all’Archivio di Stato di Napoli nella Sala Filangieri, con l’incontro con le scuole sul presente del tempo.

Giovedì 31 ottobre alle 17:00 nel cortile del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore. Dipinti di parole con Lukas Lucariello e Vivian Belmonte. Letture di pensieri e domande in comune.

Alle 18:00 alla Sala del Capitolo dopo il saluto di accoglienza, dialogo corale guidato da Simona Marino con le giovani delle scuole e un dialogo corale con i giovani delle scuole guidato da Giuseppe Ferraro.

Alle 19:00 Sauro Longhi sul tempo dell’Intelligenza Artificiale

Alle 20:30 Luca Signorini sul tempo della musica

Alle 21:00 assemblea dedicata al tempo presente e ai prossimi eventi.

La Notte dei filosofi 2024

Ottobre 8, 2024 Posted by Eventi 0 thoughts on “La Notte dei filosofi 2024”

LA NOTTE DEI FILOSOFI è un evento culturale organizzato da “filosofiafuorilemura”. Si svolge a Napoli e che ha come obiettivo principale quello di avvicinare il grande pubblico alla filosofia, rendendola accessibile e affascinante.

DI COSA SI TRATTA?

È una manifestazione che si articola in una serie di incontri, dibattiti, letture e performance, tutti incentrati su temi filosofici. L’obiettivo è quello di creare un dialogo aperto e inclusivo tra esperti, studiosi e cittadini, stimolando la riflessione su questioni esistenziali, sociali e politiche.

PERCHÈ IMPORTANTE?

La Notte dei Filosofi rappresenta un’opportunità unica per:• Democratizzare la filosofia: Rendendola un’esperienza alla portata di tutti, non solo di addetti ai lavori.• Promuovere la cultura: Offrendo un’alternativa al tradizionale intrattenimento, stimolando pensiero e conoscenza.• Creare un ponte tra passato e presente: Riportando alla luce temi classici e attualizzandoli alla luce delle sfide del nostro tempo.• Favorire il confronto e il dibattito: Stimolando lo scambio di idee e la costruzione di un pensiero critico.

QUALI TEMI VENGONO AFFRONTATI?

I temi trattati durante la Notte dei Filosofi sono molto vari e spaziano dalla politica alla etica, dalla scienza alla letteratura. Ogni edizione è caratterizzata da un filo conduttore che unisce i diversi eventi, ma l’obiettivo è sempre quello di offrire una panoramica ampia e variegata del pensiero filosofico.

L’ARGOMENTO DI QUEST’ANNO

Quest’anno l’argomento che raccoglie gli eventi è il TEMPO coniugato in tutte le espressioni sociali, artistiche, di cura e di pensiero.

DOVE SI SVOLGE?

La Notte dei Filosofi si svolge in diverse location di Napoli, tra cui piazze, musei, teatri e università. Questo permette di coinvolgere un pubblico ampio e variegato e di creare un’atmosfera coinvolgente e suggestiva. Quest’anno si svolge nella

SALA DEL CAPITOLO DEL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN DOMENICO MAGGIORE IL GIORNO 31 OTTOBRE

VUOI SAPERNE DI PIÙ?

Se sei interessato a partecipare e avere tutte le informazioni utili sul programma, sugli ospiti e sulle modalità di partecipazione, scrivi a info@filosofiafuorilemura.it

La bottega del filosofo

Ottobre 8, 2024 Posted by notizie 0 thoughts on “La bottega del filosofo”

La Bottega del Filosofo: Un Luogo di dialogo e di ascolto, di cura e guarigione

  • Un laboratorio del pensiero: dove si sperimentano nuove idee, si mettono in discussione le certezze e si affinano le capacità critiche.
  • Una farmacia per l’anima: dove si offrono rimedi per comprendere se stessi e il mondo.
  • Una bottega artigiana del sapere: dove si apprendono gli strumenti quali il dialogo, il racconto, la logica, l’etica e la metafisica, per costruire un proprio modo di vedere il mondo, non per interpretare i sogni ma per imparare a sognare.

Perché è importante:

La bottega del filosofo è importante perché:

  • Suscita il desiderio: Incoraggia a porsi domande e accordature di risposte
  • Favorisce la crescita personale: Aiuta a sviluppare un pensiero autonomo e critico.
  • Promuove il dialogo e la comprensione reciproca: compiti per un dialogo avvenire.

In conclusione:

La bottega del filosofo è un luogo simbolico che ci invita a coltivare la nostra capacità di pensare, di riflettere e di interrogarci sul senso della vita. È un invito a diventare protagonisti attivi della nostra esistenza, costruendo un percorso di crescita personale e intellettuale.

Chi può partecipare:

non è richiesta laurea di competenza, è attesa la disponibilità di conoscere e avere cura. Non ci sono limiti di età. Non è necessario essere d’accordo, l’importante è essere in accordo.

Inizio e durata Gli incontri iniziano il 24 ottobre e si svolgono in cicli di 5 incontri ognuno al costo di €80, le iscrizioni max 7 persone.

Per moduli d’iscrizioni e modalità di partecipazione: info@filosofiafuorilemura.it

GIORDANO BRUNO

Febbraio 13, 2024 Posted by Eventi, notizie 0 thoughts on “GIORDANO BRUNO”

Bisogna immaginare Giordano Bruno felice, così come Camus diceva di Sisifo, per averci trasmesso l’intensa libertà di vivere. Contro l’assurdità della guerra, contro la corruzione istituzionale, contro il fondamentalismo delle religioni, Giordano Bruno è rimasto libero senza mai rinunciare alla vita fino alla morte. Come Pasolini è stato “empirista eretico” per “disperata vitalità”, Giordano Bruno resta eretico di quella “invisibile carnalità” divina di quell’Uno vivente negli infiniti mondi presenti in ognuno e dei quali la Terra è corpo vivente. Rispondere dell’eredità di Giordano Bruno è riprendere la voce di quel “convitto umano” dell’“umana conversazione” per una politica dei legami sociali.

Sabato nella ricorrenza del 17 febbraio del 1600 ci ritroviamo alle 17,30 nella Sala del Capitolo di San Domenico Maggiore con Luca Signorini, maestro del Conservatorio di Napoli, Nino Daniele, politico, Giuseppe Ferraro, filosofo in un concerto di musica, politica e filosofia fuori le mura a ricordare per restituire alla realtà del nostro presente attuale una eredità ideale

Giulia ci rende noi

Novembre 26, 2023 Posted by notizie 0 thoughts on “Giulia ci rende noi”

la pace e l’amore sono intrattabili, non si possono racchiudere in un trattato. L’amore non si tratta, non firma, non si ferma. I trattati di pace scrivono le condizioni delle guerre future, l’amore registrato diventa una proprietà. In questi giorni di dolore sentiamo l’obbligo dell’amore come della pace senza ordini di confini di proprietà.

La Notte dei Filosofi 2023

Ottobre 23, 2023 Posted by Eventi, notizie 0 thoughts on “La Notte dei Filosofi 2023”

Storie di rivoluzioni

Una settimana di laboratori aperti alle scuole della Città Metropolitana sul percorso delle rivoluzioni da quella scientifica di Copernico, che apre lo scarto tra scienza ed esperienza quotidiana, per arrivare agli infiniti mondi di Giordano Bruno con “La cene de le ceneri” e giungere a Kant che figura la rivoluzione copernica come espressione della soggettività trascendentale dell'”Io penso”, fino a Leopardi che dedica a Copernico un dialogo delle “Operette morali” cin una critica al rapporto tra progresso e sviluppo.

L’idea di rivoluzione attraversa la storia dell’Europa Moderna, diventa pratica politica e sociale con il Marxisimo, per arrivare alla rivoluzione femminista, a quella musicale e a quella digitale con l’Intelligenza Artificiale. La rivoluzione incontro ogni volta la crisi sociale e geopolitica che la sollecita e la spegne con il dominio finanziario dell’informazione che tiene il mondo sospeso fra paura di epidemie e di guerre che si alternano a dimensione mondiale.

La Notte dei Filosofi ha luogo dal 23 al 27 ottobre presso l’Archivio di Stato di Napoli e si conclude il 28 ottobre presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore con l’intervento di Fausto Bertinotti, con mostre ed eventi, per chiudersi con il Consiglio Notturno, espressione che Platone usava per indicare la riunione da convocare quando si tratta di prendere decisione sulle scelte della Città.

Leopardi ai Quartieri Spagnoli

Aprile 29, 2023 Posted by AGOGHE', notizie 0 thoughts on “Leopardi ai Quartieri Spagnoli”

#AGOGHÈ organizza il «Tour Letterario di Leopardi»

Venerdì 28 aprile è stata “scoperta” la targa di ricordo al civico 88 di via San Mattia dove il poeta filosofo soggiorno nel 1833.

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È stata una festa insieme con 70 ragazze e ragazzi del Liceo «Giordano Bruno» insieme ai docenti

Il tour è cominciato dalla Galleria, abbiamo fatto il percorso abituale di Leopardi. È stato fare scuola e una festa popolare per la partecipazione delle persone che abitano e vivono via San Mattia. Siamo poi stati poi ospiti nel palazzo Brancaccio di via San Pantaleone.

Eravamo stipati in quella per quanto sia grande eravamo tantissimi. Leggersi in Leopardi, scrivere le parole che più emergono a raccontare la sua filosofia e farsi una domanda e partecipare del sapere di ognuno, del riflettere se stessi in quello che si studio.

Chi non si legge in quello che sta leggendo non sta leggendo niente, ripeto. Una pagina è come uno specchio in cui vedere se stessi riflesso in una figurazione di pensiero altro e provare a riconoscersi. Chi non si guarda in chi sta guardando non si riguarda. L’altro è uno specchio in cui leggere il proprio essere altro e ritrovare il desiderio. E poi il tempo che non esiste e si presenta senza lancette alla gioia di vivere il presente e passa veloce o lento per quali sono le persone con le quali lo passiamo. Il tempo s’impersona e sono le persone che frequentiamo a farsi lancette e istanti che viviamo.

E poi quelle voci del “venditore di almanacchi” e del “pastore errante” riprese da Nietzsche e quel “dimenticare” che rende possibile vivere il presente pienamente, liberandosi dalla gabbia delle ossessioni.

Vivere pienamente il presente bisogna che sia raccontabile. Anche un’esperienza didattica è riuscita se è raccontabile, se a chi ci chiede come è andata, diciamo che non abbiamo fatto niente, se invece è stata felice non smettiamo di raccontarla per quanto è stata è bella.

Ed è quello che è stata questa giornata di #Agoghé, raccontabile. A Santa Maria Ognibene dove Leopardi è stato ad abitare per più tempo abbiamo letto le pagine della Ginestra e quella dedicate a Napoli. Nei versi della “Ginestra” quella conciliazione appena vissuta e richiamata fra il dolore dell’esistenza e la gioia di vivere.È iniziata così l’esperienza del Tour Letterario di Leopardi, che organizza #AGOGHÈ per partecipare chiamare al numero 375 7722977 o scrivere a info@filosofiafuorilemura.it

Il sogno di Adorno

Gennaio 27, 2023 Posted by notizie, Approfondimenti 0 thoughts on “Il sogno di Adorno”

Ricordo il sogno di Adorno. Lo lessi nel suo ultimo libro. Diceva che era ricorrente, sognava di essere, vivendo, il desiderio di vivere di quanti erano morti ad Auschwitz. Il ricordo è come il sogno che è ricordo ancora. Si confondo. La memoria è doppio fondo. In ogni ricordo ritorna quello che è accaduto insieme a quello che non è avvenuto in quello che accaduto. In ogni ricordo c’è il desiderio come del sogno si dice che è l’interpretazione del desiderio, la sua rappresentazione confusa. Gli antichi dicevano che il sogno veniva dagli Dei. La religione è l’ordine del desiderio che si traduce nella confessione del voler vivere. La guerra uccide il desiderio, cancella i sogni e il ricordo, come se non fosse accaduto nulla prima che con le armi si toglie la vita, che se non ci fosse mai stata Shoah.

Confesso che non capisco e non voglio nemmeno capire e spiegarmi. Devo confessarlo. Ci sono cose di cui non possiamo farci capaci, non possiamo contenere, capire. A comprenderle si manda in frantumi la capacità di misura dell’umano. È questo l’ordine di confessione del desiderio. È la capacità dell’immaginabile, il recipiente interiore. Si dice che l’utopia indichi nessun luogo, che la parola significa ciò che non ha luogo, cui non si può dar luogo, non si può mettere in essere. Si stabilisce così che l’essere ha luogo, è recinto. Senza luogo non c’è essere, dove non c’è luogo, non c’è nulla, neanche il nulla c’è, neanche il nulla può essere. Luogo è lo spazio del tempo. Ogni luogo è fatto di tempo, si racconta. La memoria è luogo. Utopia è luogo di cui non si ha memoria. Si può raccontare senza poter ricordare che sia mai accaduto. C’è dunque un ricordo di ciò che non accaduto. La sua memoria non è in nessun luogo che si possa indicare sulla carta.

C’è però un luogo che non è in nessun luogo. L’utopia ha luogo dentro ognuno. Il luogo interiore è in nessun luogo. Sono qui e non qui, non posso indicare un luogo dove trovarmi. Sono qui ora. Ognuno è nel luogo del presente, del proprio essere presente, del rispondere della propria presenza, del dire della propria essenza nell’assenza di questo e quel luogo. L’io è nel luogo del desiderio, uno confessa a se stesso la propria assenza, la mancanza d’essere e consistere. La preghiera dice la propria precarietà. L’essere è non. Lo stare ad essere come rivolti a quel che dà luogo alla vita. Ognuno è dell’altro, per un altro, con un altro. La religione dice del proprio rilegarsi, impaginando il tempo facendo della memoria un libro interiore, fatto voci, come le parole nel parlarsi interiormente sono note di voci che risuonano. Il desiderio è sempre dell’altro, parla dell’altro che si diventa e che si è stato e che non si è e mai diventato. Ognuno è il desiderio di un altro. È sempre l’altro a suscitarlo, il desiderio viene dall’altro. È dell’altro. Viene da chi non è mai stato prima, viene da un prima mai accaduto, da un altro che non si mai incontrato prima e che non mai smesso di venire. C’è un desiderio della memoria, uno ha ricordo di qualcosa che non è mai accaduta prima. La pace non c’è mai stata, eppure ne parliamo come di cosa che sentiamo. È come per le idee innate, è di una memoria innata e che ritorna come il sogno che si interpreta. Il desiderio ritorna alla mente, viene. L’altro che viene ritorna. Chiunque viene al mondo fa ritornare la vita. Si prega.

Oggi è il giorno della memoria. Ritorna il ricordo, il sogno, il desiderio di quello che non è avvenuto in quello che è accaduto. I campi di concentramento sono quelli in cui si concentra l’indifferenza, sono in un luogo lager di reclusione. Accade quando si è reclusi sotto minacce della vita. L’indifferente è chi non custodisce la vita nella sua esistenza, non si fa custode della vita nella sua vita, la vita dell’indifferente non è significante della vita. La sua vita non significa nulla, la sua vita non dà significato alla vita. L’indifferente tiene alla sua esistenza, non ha desiderio di vivere. L’indifferente è l’insensibile, annulla il sentire l’altro, non si fa luogo all’altro in sé, né ha luogo di sé in se stesso, ha desiderio, non si dispiace e non dà gioia di vivere. Quelli che dicono che non sapevano nascondo la vergogna della propria indifferenza. A questa vergono ognuno è esposto. Sappiamo tante di cui non abbiamo prove e nomi, però le sappiamo. Sappiamo di questa guerra come altre volte tutti sapevano e si dicevano che era meglio non sapere.

La violenza è quando non si sente e non si respira l’altro. È quando non si ospita quell’Altro significante di ogni altro, prende il nome al genitivo di ciò che è solo voce, senza nome che si possa pronunciare, perché è vano pronunciarlo. Diciamo “Dio” che nella grammatica del greco è il genitivo di Zeus, in latino Deus, diciamo della voce dell’alito, del vento, dello zefiro, del respiro della vita. Diciamo “Dio” nella declinazione del genitivo di ciò che non ha nome se non della voce sola, come è la vita, il vento. Zeus, Jahve, Allah, nomi di voce della vita, nome dell’ordine del desiderio di vivere.

L’eccidio degli Ebrei del Novecento c’era già stato nei secoli prima. C’era già stato l’esodo, c’era già stato il ritorno, c’era già stata la cacciata dal paradiso, dove la vita aveva luogo senza segni di confini, dove il corpo non era segnato. Dove non si segnavano i corpi, dove non c’erano tatuaggi numerici, dove non c’era nemmeno la memoria e il desiderio non aveva l’ordine della confessione di vivere, non era una promessa, non c’erano prestazioni.

Togliere all’altro il desiderio è come togliergli la voce di Dio, quale che sia il nome che lo pronunci, è togliergli la voce che lo pronuncia. Non capisco, non sono capace di capire. Non posso perdonare me stesso di esserne capace. Non posso, non devo, per la vita di cui ogni vita è desiderio. Ognuno è significante nella propria vita del desiderio della vita. Il desiderio è il senso di significato nascosto in ogni segno che risuona come nota a voce che la pronuncia.

Quante volte c’è stata una Shoah, quante volte accade che si voglia l’esclusiva della vita e del genitivo di un nome che indica il desiderio? Quante volte il desiderio diventa l’annullamento dell’altro che lo suscita? Quante volte al giorno deve essere il giorno del desiderio della memoria come desiderio della vita, come ordine del vivente di custodire il segreto della vita? Non si può perdonare, si può dare per dono solo l’imperdonabilità a se stessi di farsi capace, di capire, quello che non si deve capire, che deve restare fuori dalla confessione del desiderio della vita. Fuori dall’umano, nell’ira di un Dio lasciato solo.

 Oggi, giorno della memoria, bisogna darle voce, farla parlare, ascoltarla, sentirla. Pregarla. Nella preghiera il desiderio diventa speranza, si affida all’avvenire, all’avvento, al vento, alla voce che si sente senza che si possa fermare, ma che si può raccontare. Si spera che non avvenga quello che è accaduto. La memoria non è solo di date e dati, non è solo l’archivio della storia, di quello che è stato visto ed è accaduto. Le date si segnano, bisogna insegnarle, tenerle dentro, passare dal segno al suono, esserne segnati, diventare ricordo, risuonarne. La parola diventa voce, come la nota è del suono. La parola è della voce che si pronuncia. Noi che impariamo a memoria dobbiamo ancora imparare la memoria. Noi che conserviamo banche di dati dobbiamo apprendere la memoria dove ad ogni nota corrisponde il suono della voce della vita che viene e che ritorna al mondo come non è mai stato prima. Oggi che è il giorno della memoria, ricordo e sogno il sogno di Adorno.

Giuseppe Ferraro

La memoria del futuro / dialogo per voce e violoncello

Novembre 12, 2022 Posted by Eventi, notizie 0 thoughts on “La memoria del futuro / dialogo per voce e violoncello”

È la registrazione dell’ultima parte della giornata del 5 novembre 2022 dedicata alla Notte dei Filosofi organizzata da Filosofia Fuori Le Mura. nella Sala del Capitolo del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore in Napoli. La giornata ha visto la partecipazione delle scuole e la presentazione del Progetto AGOGHÈ con docufilm e interventi di personalità. Il dialogo per voce e violoncello tenuto da Giuseppe Ferraro e Luca Signorini Un dialogo audace, che vale a dare pensiero sulla memoria e sui legami di separazione. Noi non siamo finiti più di quanto siamo invece soli. La finitezza è una misura, la separazione è la condizione d’esistenza. La morte, la perdita, la fine di una relazione, dicono in forme proprie la separazione come condizione d’esistenza. Noi che ci separiamo non siamo ancora in grado di legami di separazione. La sua forma è in quel “mio non di me in me” che vale per l’amore quanto per la vita. Abbiamo parlato del desiderio della memoria che si esprime nella ricordanza come ricordo senza oggetto, che possa consumarne il sentimento.

I brani eseguiti da Luca Signorini:

J. S. Bach: Preludio e Sarabanda in re minore dalla suite per violoncello solo BWV 1008; Preludio in sol maggiore dalla suite per violoncello solo BWV 1008; Salvatore Sciarrino: Ai limiti della notte, per violoncello solo

La memoria del futuro nel racconto del presente

Novembre 1, 2022 Posted by AGOGHE', Eventi, notizie 1 thought on “La memoria del futuro nel racconto del presente”

La presentazione alla Città del Progetto AGOGHÈ

L’idea è sempre quella, l’idea fissa di fare della città una scuola di legami sociali.

Il 5 novembre la Sala del Capitolo sarà come un’aula e come aule sono state le strade e le piazze in quest’anno di Agoghé.

Alle 09:00 incontro con le scuole

alle 11:00 Docufilm e presentazione del Progetto AGOGHÈ con Simona Marino, i Social Trainer e le donne artigiane dei Quartieri Spagnoli (le Quartierane)

alle 12:00 incontro con Teresa Boccia, Carlo Borgomeo, Nino Daniele, Rachele Furfaro, Maria Luisa Iavarone, Roberto Marino

La sera alle 20:30 ci sarà il dialogo per voce e violoncello.

“Futuro” è una parola strana, indica un passato remoto (“fu”) in participio, partecipato. Quel “fu” richiama anche la “fusis” del greco, la “natura”, che è ancora un participio futuro. “Natura” indica “le cose che stanno nascendo”. “Futuro” è delle cose di questo presente che stanno diventando passato.

Quando dicono che i giovani non hanno futuro, penso che non è il futuro a mancare, ma il presente, che non è raccontabile. Futuro è quello che racconteremo come passato remoto del presente adesso.

Se questo presente non è raccontabile, non ha futuro. Chi racconterà il suo presente avrà un futuro. È allora del nostro racconto, di quest’anno, di questo governo, di questa guerra, della pandemia. Ciò che non è raccontabile non ha futuro