Il “Salotto del Pensiero” si trova nella Scuola Media Statale “G. Gigante di Napoli”. Nasce il 22 maggio 2006 in seguito a una serie di incontri felici, tra persone ancora appassionate di scuola,di giovani studenti, di curiosità relative alle varie modalità di apprendimento. Nasce anche come sfida di fronte a chi non ha più nessuna fiducia nella scuola come istituzione, incancrenita dall’avvicendarsi di varie politiche, che non hanno mai avuto il coraggio di mettere l’istruzione in primo piano veramente, e non solo attraverso un burocratese che ha esasperato moltissimi docenti, che non hanno più energia per combattere. Perché, come dice Simona Marino, docente di Filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, “l’insegnamento è un corpo a corpo quotidiano”, dove il docente è costantemente esposto a se stesso e ai suoi studenti.
Dopo l’esperienza della Scuola dei Sentimenti con G. Ferraro, docente di Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Napoli, numerosi incontri, tra i docenti coinvolti nell’esperienza e il Prof., fecero maturare l’idea della necessità di uno spazio, che risultasse più accogliente della classe e dell’aula magna. Spazio per lavorare all’esercizio del pensiero critico degli studenti, ma anche,e soprattutto, dei docenti stessi. Una sorta di bottega artigianale del pensiero, dove nessuna idea è censurata, dove la valutazione non può essere altro che auto-valutazione,dove il docente scende in campo non solo con il suo sapere, ma anche con il suo non sapere. Dove la disciplina non serve ad elevare barriere e a costruire paure, ma piuttosto ad affrontarle,con l’umiltà che dovrebbe contraddistinguere i professionisti dell’apprendimento.
C’è stata grande cura per arredare questa insolita aula; tappeti, quadri, tavolini abbigliati, tende alle finestre, cuscini, il leggio, un mobile un po’ retrò, fiori, piante, lo specchio, ma soprattutto i divani, generosamente offerti da Chateau D’Axe. Come dice Ferraro “tra il pubblico e il privato c’è il proprio…”.
Il primo anno di vita del Salotto non è stato facile; un pò come quando nasce un bambino….è spesso raffreddato….a volte non dorme o non vuole mangiare…dà molto da fare a chi si occupa di lui… La maggior parte dei docenti mostrava una certa resistenza a portare le classi nel salotto e venivano fuori le richieste più impensate… da tutto il personale della scuola… si può usare per la pausa caffè? si possono portare i genitori per i colloqui? si può utilizzare per colloqui delicati con alunni in difficoltà? si può fare lo sportello ascolto?e quant’altro… tendendo molto a psicologizzare l’ambiente costruito con tanta fatica.. o a demolirne il senso originario… Ma il Salotto è stato strenuamente difeso dai suoi ideatori e sostenitori! Infatti ha un suo Statuto, che definisce in maniera inequivocabile le sue finalità e le sue regole, e ha un suo Manifesto che ne proclama a gran voce le modalità educative, didattiche e organizzative.
La sperimentazione è partita nell’ottobre del 2006. Una sola classe della scuola andava nel salotto in modo sistematico,una volta alla settimana per due ore con due docenti in compresenza. Le docenti alternavano i ruoli di conduttore del gruppo e di osservatore;tutto il lavoro è stato rigorosamente documentato. Le altre classi si affacciavano timidamente al salotto,alcuni docenti chiedevano di poterlo utilizzare per un ciclo di incontri o per qualche particolare problematica emersa in classe. A tutti è stata richiesta la documentazione degli incontri e i lavori sono stati scrupolosamente raccolti. In primavera sono cominciati “I dialoghi dell’imparare…”a cura di G. Ferraro con i genitori della scuola. La presenza più significativa è stata quella dei genitori i cui figli avevano partecipato alla scuola dei sentimenti…è stato un lavoro entusiasmante… Anna: “grazie al salotto è cambiato il rapporto con mia madre. Ora lei mi da più spazio, non legge più il mio diario, entra nella mia stanza solo dopo aver bussato. Mi è servito a scoprire un lato sconosciuto di mia madre, riflette prima di agire e ora mi tratta più da adulta”. Giovanni: “io a casa non parlo mai, non mi so esprimere. I miei mi vogliono iscrivere in una scuola per potermi esprimere meglio. Io a casa non parlo mai ……nel salotto troviamo gli argomenti che mi interessano, ma a casa io mangio, poi arriva mio padre che sa aggiustare i computer, ma con loro non trovo l’argomento giusto…”Gianluca: “Il salotto è bellissimo! Non me lo aspettavo cosi. Vorrei metterci anche io qualcosa di mio, non so… un’opinione, un oggetto.. non so.. spero tanto di ritornarci”…Valentina(una madre): “qui ho capito che posso ancora sognare; il mio sogno è il sogno di mio figlio!”
Quest’anno quasi tutte le classi della scuola sperimentano il metodo filosofico nel salotto del pensiero; inoltre, nel salotto, è stato realizzato il Progetto Segnali, un progetto di prevenzione dalle tossicodipendenze patrocinato dalla Regione Campania. Si è parlato di dipendenza in chiave filosofica, sempre con la collaborazione di G. Ferraro, che continua non solo il suo lavoro con gli studenti e i genitori della scuola, ma è il supervisore di tutto il lavoro e la produzione dei docenti, non più timidi fruitori di questo magico spazio.
Uno degli incontri più stimolanti è stato quello con il personale ATA (collaboratori scolastici e personale della segreteria). Sono esplicative le conclusioni di Annalisa, volontaria del servizio civile, che ha molto collaborato al salotto in questo suo 2°anno di vita: “…quando l’incontro si conclude si avverte in tutti un po’ di dispiacere, come se ci si fosse allontanati da tavola ancora con un po’ di appetito”. Questo è proprio il senso delle nostre intenzioni: creare le condizioni affinché negli studenti, ma non solo, si sviluppi un appetito della conoscenza che è indispensabile a generare nuova conoscenza, insomma un terreno di cultura(nel senso biologico del termine) per un sapere generativo! Questo è per noi il Salotto del Pensiero!
Anna Serio