lunedì 27 aprile, piazza San Domenico Maggiore, ore 21:00 — Erri de Luca / La Parola

Aprile 25, 2015 Posted by Eventi 0 thoughts on “lunedì 27 aprile, piazza San Domenico Maggiore, ore 21:00 — Erri de Luca / La Parola”

Il 27 aprile a San Domenico Maggiore, lunedì, il giorno d’inizio della settimana, quello del ciclo di lavoro, il giorno della quotidianità, non di festa. Era anche il giorno della busta paga per chi aveva un lavoro ed era un giorno di conflitto, si cercava di capire come continuare. Lunedì è il giorno della scuola che non finisce mai e della settimana che aspetta di finire o di cominciare per chi ci si mette d’impegno per cambiare. Lunedì 27 aprile in piazza San Domenico Maggiore, alle 21:00, un’ora non facile. Siamo in piazza con Erri de Luca, non al chiuso di una biblioteca o di un istituto o di una sede. All’aperto. Si comincia. L’impegno è della città che si fa scuola. Portare la parola della cultura all’aperto perché non resti chiusa o reclusa tra le mura. Il sapere è un possesso senza proprietà, va restituito a chi lo ha perduto o non lo ha avuto o non ne porta il sapore. È l’impegno di Filosofia Fuori Le Mura, perché il sapere non sia potere di proprietà. In piazza, dove abitualmente si tengono i discorsi elettorali o le fiere di mercato. In piazza per aprire. Per avere parola e non discorsi che speculano sulla realtà con letture che soddisfano il bisogno di avere una coscienza smarrita.

Il 27 aprile in piazza San Domenico Maggiore è la “prima” di anticipazione del La Notte dei Filosofi che si terrà il 30 Maggio. In questa città è mese simbolico di cambiamenti, di conquista e dell’inizio della Stagione. Il mese delle rose, del canto e dell’incanto. La Notte dei Filosofi non sarà una copia di festival di filosofia, dove si alternano conferenze che lasciano il sapere che si ha. Con La Notte dei Filosofi è la Città che si fa risonanza delle voci simboliche della Politica, della Giustizia, della Filosofia, del Tempo, del Corpo, degli Spiriti, voci impersonate dalle personalità più prestigiose di cui abbia vanto. La notte del 30 maggio attraverseremo il Complesso Monumentale di San Domenico, espressione del sapere e del confine culturale della Città, incontrando e dialogando insieme con le persone che fanno la cultura e l’arted ella Città, perché il Maggio dei Monumenti sia anche far risuonare le voci dentro memoria che libera.

Semmai la filosofia sia stata un privilegio è il momento che diventi un diritto, quello per ognuno di potersi chiedere del senso del proprio esistere e vivere, delle proprie scelte e azioni. Sarà come il diritto di un privilegio necessario.Filosofia Fuori Le Mura intende avanzare il diritto di un tale privilegio, espressione di un bisogno che sale di qualità nella sua realizzazione a misura del desiderio.

Nessuno è libero da solo, la libertà è fatta di legami. Il grado di libertà di ognuno si misura dalla qualità dei propri legami. Vale anche per un paese, per una città, la sua libertà si misura dalla qualità dei legami sociali, la sua legalità è ancora fatta di legami, prima ancora che giuridica, la legalità è affettiva e si dà di educazione ai sentimenti. Liberare il desiderio della città è fare della libertà la qualità dei legami sociali.

L’azione della filosofia non è quella di una pratica che si perde nell’esercizio solitario. La pratica della filosofia è vedere quel che manca in quello che c’è, perché ciò che sia veramente quello che è: vedere quello che manca alla nostra città perché sia veramente la nostra città. Vedere quel che manca alla nostra vita perché sia vera.

È una pratica che impegna in una politica senza dichiarazioni di promesse. È la pratica di una politica dell’intimità, dell’insieme. È l’ordine, l’ingiunzione, che viene dall’escluso, dai confini interni della città. La guerra è interna, è sociale, è civile, senza divise, perché le divisioni stanno dentro e si confondono. I confini della città non sono indicati da segnalazioni stradali. Sono confini interni. I confini di una città sono confini di voci. Una città arriva fin dove la voce ha parola, quando si perde in un grido o resta attonita, la città finisce. L’“ordine dell’escluso” viene dalla voce che non trova parola. Si è liberi quando si ha ascolto. Chi non ha ascolto non è libero. Bisogna parlare ascoltando, bisogna esprime una parola capace di ascoltare perché chi la sente possa ascoltare dentro di sé la risposta necessaria alla liberazione del desiderio di vivere.

Il 27 aprile, in piazza San Domenico Maggiore, alle ore 21:00, nel primo giorno di quotidianità, “feriale” e non di festa, Erri fa parlare la PAROLA. Ci dice della pratica di una parola che ascolta perché si possa sentire dentro liberare la voce del desiderio di vivere. La parola carica la voce per darle suono, aprirne il ritmo, farne respiro, risonanza di altre che s’incamminano in un dialogo corale, in cerchi senza confini che si allargano in onde sonore, che non finiscono e s’incontrano lungo uno spazio che diventa infinito a mano a mano, a voce a voce.

Stiamo vivendo una guerra senza divise, una guerra sociale disseminata di rione in rione, quartiere e quartiere, nessuna terra è più lontana, stiamo tutti sullo stesso salvagente nello spazio dell’universo, siamo sulla stessa imbarcazione, migranti per non si sa dove, migranti per restare, per arrivare fin qui dove siamo e come non stiamo, perché il mondo sia come non è. A comandare le linee di espulsione che chiamiamo di emigrazione, a pagare il biglietto della morte sono gli stessi che fanno deserto delle terre. Il mare non ha confini di qua e di là, ma sotto e sopra, superficie e profondità, il confine è di due elementi dell’acqua e dell’aria, insieme danno vita, quando uno esclude l’altro dà morte.

La Parola non può tacere. Chi sa parlare deve fare nomi e dare voce. La cultura non si può recludere. Né è più tempo d’intellettuali organici chiusi nelle sezioni a fare analisi politiche. La Parola deve dare voce in strada. La città è da farsi scuola. La filosofia deve invadere la città. Contro l’evasione scolastica ci sta solo l’“invasione scolastica” della città. Il sapere è un possesso senza proprietà va restituito apertamente.

Il 27 aprile in piazza San Domenico maggiore alle ore 21:00 inizia l’impegno di una città scuola, di una filosofia fuori le mura, di un’invasione della città per una cultura di sapere, inizia con il Maggio dei Monumenti, lungo il percorso definito dall’Assessorato alla Cultura.

Erri de Luca La Parola